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Perché ritornare alla difesa dei diritti dei lavoratori con UR 902?

In passato, mi sono occupato con successo di lotte sindacali; il mio è stato un impegno serio ed onesto, a salvaguardia soprattutto dei soggetti più deboli, di coloro che spesso venivano considerati indifendibili, sia perché venivano ritenuti portatori di problematiche personali abbastanza impegnative, o perché soffrivano di patologie importanti che non garantivano loro un regolare ritmo lavorativo.
La dirigenza aziendale non ama avere intralci nel prendere decisioni e nella gestione del personale; alcune persone moralmente scorrette interpretano l'attività sindacale allo stesso modo e pensano che meno problemi gli si pongano, meglio si riescano a gestire i propri tesserati. Non è così.
Un sindacalista coscienzioso sa che il suo ruolo è quello di tutelare tutti i lavoratori, anche quelli che la pensano diversamente da lui o aderiscono ad altre sigle.
A dimostrazione di questo fatto, nel 2004 un gruppo di colleghi appartenenti a sigle esterne a quella che rappresentavo io, mi aveva invitato a prendere  in considerazione alcune richieste che erano rimaste inascoltate alle orecchie di coloro che avrebbero dovuto rappresentarli.
Quando la base dei lavoratori richiede di agire e di organizzare una forma di lotta legittima, il sindacato non può e non deve interpretare la propria funzione in modo politico o peggio ancora dispotico, poiché la prima assemblea in cui si esplicita la democrazia è l'unione dei lavoratori.
Nel 2005 ho firmato uno sciopero che nessun altro ha voluto avallare ed in tal modo ho permesso a chi aveva delle rivendicazioni da portare al proprio datore di lavoro, di farlo in modo spettacolare e molto efficace; cosa che ha creato uno scompiglio gigantesco tra i media, i politici e gli ambienti sportivi legati allo sci alpino, ma anche tra i sindacalisti i legislatori costituzionalisti e l'opinione pubblica. Naturalmente, i più sorpresi e disperati furono i dirigenti che evitarono di prendere accordi con i lavoratori ed il loro nuovo leader; comportamento che tennero un po' per incapacità, un po' per sprovvedutezza, un po' per presunzione e molto per non aver saputo comprendere quello che stava accadendo. Non si aspettavano che bastasse una sola persona integerrima e brillante per tenerli in scacco e mostrare al mondo intero la loro incompetenza. Quando gli individui non ragionano secondo gli schemi già rodati dalla macchina del: "do ut des" che regola normalmente il rapporto azienda/sindacato-di-comodo, è molto problematico, per coloro che credono di sapere tutto, capire cosa passa nelle menti libere ed indipendenti.
Tutti rimasero sbalorditi nel constatare che è possibile lottare ed ottenere risultati eccezionali con le sole proprie forze, nel rispetto della Legge e con l'unità dei lavoratori: perché i lavoratori hanno un grande potere che spesso viene loro negato, prima di tutto, proprio da coloro che ne dovrebbero tutelare gli interessi specifici. 
La vittoria di quella battaglia fu talmente grande che parte dei lavoratori vollero attribuirsene i meriti, sconfessando che li aveva aiutati e permesso loro di portare a compimento un'azione che fece loro ottenere indennità economiche che prima non erano riusciti a conseguire in nessun modo.
Ero già in rotta di collisione con il Segretario Generale della sigla sindacale alla quale avevo aderito poiché i vertici nazionali, a Natale 2004, avevano siglato un contratto collettivo peggiorativo e mi avevano lasciato libero di indire uno sciopero, solo perché erano sicuri dell'insuccesso della nostra iniziativa. Alla conclusione di tutto questo pandemonio (dopo essermi difeso, e uscito indenne, grazie alla mia perfetta conduzione dello sciopero, dalle calunnie e dalle minacce di tutti i tipi portatemi dai vertici della Rai Tv; della Regione Lombardia, dai sindacati Confederati, dai politici della Lega Nord, di AN, della Margherita, compreso Paolo Gentiloni, e da tutti gli altri, oltre che della Banca Popolare di Sondrio; dai vertici della FIS e da chi più ne ha più ne metta.) me ne andai disgustato ponendo fine alla mia attività sindacale, anche perché i colleghi delle squadre di ripresa esterna dichiararono ai giornali di essersi approfittati di me e della mia disponibilità per poi prendere accordi separati con la Rai e rientrare nei ranghi dei loro sindacati filo-governativi, dicendo anche che il loro senso di "responsabilità" li aveva fatti tornare al loro posto di lavoro, anziché terminare la lotta, semplicemente non lavorando per la ventunesima o ventiduesima giornata consecutiva, fatto illegale che poi stranamente nessuno ha imputato alla dirigenza Rai... 
Lo Sciopero dei lavoratori della Rai durante i Campionati del Mondo di Sci di Bormio del 2005, di fatto era stato voluto proprio contro le decisioni prese dai Segretari Nazionali di tutti i sindacati presenti in azienda che di soppiatto, alla Vigilia di Natale, avevano preso accordi con i dirigenti senza consultare la base né tenere in considerazione la sua volontà.
Ovviamente, su quello sciopero che mai nessuno ha compreso veramente, ci sarebbero un'infinità di cose da dire e da spiegare, ma per adesso ho voluto soltanto dare qualche informazione sintetica per ricreare il quadro storico a cui appartengo.

Da parecchio tempo coltivavo l'idea di tornare ad occuparmi della tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori ed oggi ho finalmente deciso di farlo, principalmente per tre ragioni. La prima, è che mi è stato richiesto da alcuni giovani lavoratori che, evidentemente, hanno capito che da alcune organizzazioni filo-governative, ma anche dalle altre emanazioni del potere politico che si fregiano di nomi pomposi, non ci si può aspettare una effettiva tutela dei propri diritti. La seconda, è perché sono riuscito a trovare una persona di cui fidarmi, con una grande esperienza nella materia che tratta e è molto competente anche in ambito legale all'interno di una sigla veramente autonoma 
La terza, è che avevo voglia di mettere a disposizione di persone eticamente irreprensibili le mie capacità strategiche e la mia fantasia organizzativa nel settore della "lotta di classe", chiamiamola pure così, adesso che il mondo sembra aver fatto grandi passi indietro, in tutto quello che riguarda le conquiste economiche e sociali. WDM

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