Pietro Di Lorenzo accusa la Rai e parla di presunte tangenti che gli sarebbero state richieste cinque anni fa. Ora la questione è arrivata al Parlamento europeo dove l’imprenditore e presidente della società di produzione televisiva ‘LDM Comunicazione’ ha tenuto una conferenza stampa.
Di Lorenzo ha riferito di aver denunciato un anno fa alla Procura di Roma «un gruppetto di dirigenti Rai che avevano chiesto tangenti per far lavorare» la sua casa di produzione. In particolare ha affermato che anni prima «un signore aveva valutato un progetto 278.000 euro a puntata» ma che poi, dopo il rifiuto di pagare una tangente, tale valutazione è «scesa a 204.000 euro a puntata» per dieci puntate.
«Fate i conti: se pagavo una tangente da centomila euro, me ne sarei portati a casa 640.000» ha precisato Di Lorenzo. Secondo l’imprenditore, il rifiuto di pagare le tangenti e la sua denuncia ha provocato «la reazione pazzesca dei direttori Rai» di «cancellare praticamente la società dal panel dei fornitori e di lasciare a casa un centinaio di persone che oggi giustamente contestano la decisione del sottoscritto di rifiutare il pagamento delle tangenti». Ricordando che «in un anno» di denunce «non sono mai stato querelato» ed augurandosi di esserlo, Di Lorenzo ha anche parlato di «telefonate fatte da Gubitosi al vicepresidente della Commissione europea e al vicepresidente del Parlamento europeo per non farmi parlare qui».
Annunciando di avere «fiducia nella Procura di Roma», di avere «paura delle conseguenze», ma anche di non avere «alcuna intenzione di fermarsi», ha lanciato «un appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, perché faccia chiarezza». «Il risultato di tutto questo – ha inoltre affermato – è che quei delinquenti che hanno chiesto tangenti si sentono più forti, perché nessun’altro avrà il coraggio di denunciare tangenti. Ma mi chiedo perché se ci si ribella al ‘pizzo’ in Sicilia arriva il plauso, mentre a un imprenditore che denuncia la Rai gli si distrugge l’azienda».
da Tuttocronaca
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